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sabato 10 gennaio 2015

Battesimo di Nostro Signore Gesù: anno B

Letture: Is 55,1-11; Is 12,2-6; 1 Gv 5,1-9; Mc 1,7-11 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,7-11. 
In quel tempo, Giovanni predicava dicendo: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo». In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». 

 Perché Gesù si fa battezzare?

La novità del Dio cristiano consiste nel fatto che Egli non è un Dio che rimane lontano, in cielo, a impartire disposizioni e a controllare chi le osserva e chi le trasgredisce, ma si fa uno di noi. Quest’anno è Marco a raccontarci l’episodio del Battesimo di Gesù sul Giordano.
Lo fa con la sua consueta sobrietà.
Non racconta, infatti, niente della nascita di Gesù a Betlemme, né della sua permanenza nella Sacra Famiglia. L’incarnazione in un certo qual modo avviene nel Giordano, all’inizio della vita pubblica, quando la venuta del Salvatore tra di noi diventa operativa. La riflessione iniziale è soprattutto sul nostro battesimo. Esso infatti ci impegna a vivere la stessa vita di Gesù, iniziata proprio sulle rive del Giordano.
Volendo fare un parallelo più esatto, il battesimo di Gesù nel Giordano è la nostra cresima, cioè l’impegno di vivere da cristiani dopo l’iniziazione alla vita della Chiesa.

Una seconda riflessione: L'epifania, celebrata pochi giorni fa, a differenza di quanto comunemente si pensa, non è la festa dei Re Magi.
Epifania significa manifestazione; la festa - dopo il Natale che celebra il fatto della nascita di Gesù - vuole ricordare il perché egli è nato: non è tra noi per restare nascosto, o per rivelarsi a qualche privilegiato, ma per farsi conoscere da tutti, perché tutti possano beneficiare di quello che il Figlio di Dio è venuto a compiere.
Vuole manifestarsi: l'ha fatto con i Magi, prima di loro con i pastori, e dopo di loro con i dottori nel tempio Mancavano all'appello le folle.

Ecco il senso del Battesimo, è un’altra epifania, la manifestazione del Signore, dopo anni di anonimato nel chiuso della Sacra Famiglia.
Il contesto in cui avviene l’episodio è in fermento. Il regno di Davide è crollato, il discendente che, secondo la Legge è il padre di Gesù, altri non è che un artigiano galileo in una terra prevalentemente pagana.
Movimenti, speranze e aspettative contrastanti determinano il clima politico e religioso. Ci sono gli Zeloti, uomini pronti al terrore e alla violenza pur di ripristinare la libertà di Israele. Del gruppo terroristico fanno parte anche due dei futuri dodici apostoli, Simone lo zelota e Giuda Iscariota. Ecco poi, i Farisei che vivono con assoluta precisione i dettami della Torah, tenendosi lontani dall’invadente cultura ellenistico romana.
Altra cosa sono, naturalmente, i Sadducei che comprendono al loro interno, gli aristocratici e la classe sacerdotale, uomini che vivono nel continuo compromesso tra vita giudaica e potere romano. Tutto un mondo a parte, infine, gli Esseni che, nel deserto di Giuda, si raccolgono in comunità monastica, lontani da un mondo a loro dire, corrotto e vizioso.
Da questa comunità proviene il Battista e. forse, anche Gesù. Giovanni, in questo mondo così variegato e in tumulto, porta una grande novità: il Battesimo a cui invita tutti è ben altro che le solite abluzioni religiose.
Non è ripetibile e porta con se l’attuazione di una svolta concreta per un vita nuova e santa. Tutti i Vangeli descrivono la missione del Battista con il passo di Isaia:
 “Una voce grida nel deserto, preparate la via del Signore …”.

Marco, in questa domenica di solennità, aggiunge anche un passo ripreso dal profeta Malachia (3,1): “Ecco il mando il mio messaggero davanti a te, egli preparerà la strada …”.

La figura di Giovanni aveva destato grande impressione essendo ormai ritenuto da tutti un grande profeta. Le parole di Marco paiono sdoganare la grandezza del Battista nell'immaginario collettivo: “Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme per farsi battezzare da lui nel Giordano, confessando i loro peccati …” (1,5).

Nell'immergersi dell’acqua c’è l’implicito riferimento alla purificazione. I grandi fiumi, Nilo, Eufrate, Tigre e Giordano, sono i dispensatori di vita. Si annuncia con questo grande profeta, di nuovo un agire potente di Dio nella storia. Lui battezza in acqua, con un gesto di immersione, espressione del pentimento dei peccati. Ma occorre ben altro per liberarsi dalle scorie maligne. Ecco che è presente in mezzo a loro il più Grande, dice il Battista, colui il quale può battezzare in Spirito Santo e fuoco ed espiare il male nell'animo di tutti. Una curiosità: il Battesimo si svolge a Betania, di là dal Giordano, da non confondere con Betania, sobborgo di Gerusalemme. Qui, nella parte est del Giordano i geologi assicurano che siamo nel punto più basso della terra (400 m. sotto il livello del mare). La scelta di iniziare di lì la vita pubblica non può essere casuale. Gesù, venuto dalle altezze del cielo per liberare l’uomo, è sceso fin nell'abisso più profondo per mostrare che vuole la salvezza di ogni uomo, anche del più derelitto. Dio non abbandona nessuno dei suoi figli.
 Nel Vangelo contempliamo anche tutta la teologia della Trinità, del grande mistero del Dio, unico e trino. Insieme al Figlio, incontriamo anche il Padre e lo Spirito Santo sotto forma di colomba.

Meditiamo la figura di Gesù che, pur senza macchia, è in mezzo alla folla di peccatori per ricevere un battesimo di purificazione. In realtà è lì per annunciare la morte dell’uomo vecchio e l’inizio della vita nuova. Il Messia condivide il cammino e la sorte degli uomini. Uomo in mezzo agli uomini, solidale in tutto meno che nel peccato. Facciamo nostra la bella espressione della Liturgia che suona così:“… ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana!” Gesù che si mette in coda con i peccatori ci dice che è solidale con la nostra fatica, la nostra miseria, le nostre difficoltà. È la novità del Dio cristiano: non un Dio che rimane lontano, in cielo, a impartire disposizioni e a controllare chi le osserva e chi le trasgredisce, ma uno di noi.

Gesù è l’Emmanuele (Natale) - Venuto per tutti (Epifania) - Per salvarci dal peccato (Battesimo) 

Proviamo a ripensare alla nostra vita sotto la luce del battesimo (conosciamo il giorno del battesimo? Lo festeggiamo?). I
In quel giorno i nostri genitori ci hanno fatto un dono enorme, bellissimo: hanno regalato un piccolo seme, destinato a diventare pianta grande, a condizione di essere coltivato e alimentato. Siamo all'inizio di un nuovo anno e allora alcune domande “stuzzicanti”: Abbiamo coscienza di appartenere a Gesù? Con il battesimo siamo diventati di GESU’ !!!

Alimentiamo la fede con la preghiera, i sacramenti (Confessione ed Eucaristia), la lettura della Parola di Dio, la lotta alla ignoranza della Parola? Viviamo la carità verso gli altri?
Concretamente: in queste feste di Natale abbiamo pensato ai poveri?

La purificazione, la liberazione dal sudiciume del passato che pesa nelle nostre vite, è anche l’obiettivo di ognuno di noi. Siamo, però, capaci di consacrarci alla volontà di Dio, al suo progetto per la nostra vita? Sappiamo imitare, anche nelle minime cose, lo spirito di servizio che anima Gesù nei nostri confronti? Il battesimo del nazareno, è l’esaltazione dello spirito di servizio e la condanna di ogni nostra brama di auto affermazione, di ogni desiderio di dominio. In fondo, non facciamo anche noi la stessa cosa da genitori? Non mettiamo al mondo dei figli, accompagnandoli nella vita fin quando non riescono a camminare da soli e infine li seguiamo da grandi con la preghiera?

Il servizio è indispensabile per il cristiano, da missionario, nel lavoro, in famiglia, ovunque.
Con il servizio agli altri si rinnova perpetuamente il nostro battesimo e le promesse fatte e confermate nella cresima. Il battesimo di nostro Signore è un invito anche a ripensare ai volti cari ai quali dobbiamo riconoscenza senza fine per averci aiutato da piccoli a ricevere il dono della fede: i nostri genitori che hanno chiesto il battesimo per noi, la nonna che per prima ha incrociato le nostre piccole braccia per il segno della croce, la catechista che ci ha insegnato le prime preghiere, il parroco che, con amore, ha trasmesso i contenuti della fede, facendoci crescere cristiani. Il battesimo è la festa della Chiesa la quale altro non è che una grande famiglia pronta ad accogliere tutti noi come figli e discepoli. Abbiamo il compito di neutralizzare gli attacchi e le critiche mosse alla Chiesa.
Se c’è un sacerdote indegno, altri cento lavorano per il Regno di Dio e se non siamo in comunione non siamo nella fede. Senza i fratelli, il battesimo è come annullato, non ci salviamo da soli.
Non possiamo amare Dio senza amare i fratelli.

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