Cerca nel blog

sabato 19 luglio 2014

Sentiamoci in diritto di indignarci!

Fra i tanti problemi che affliggono il nostro mondo, le nostre esistenze, quello che ritengo sia più grande, quasi irrisolvibile, è l’indifferenza, la mancanza lucida di umanità.
Oggi davvero più che mai ognuno coltiva il suo orticello, disinteressandosi, chi più chi meno, del resto del mondo.
Il brutto è che questo mondo è cambiato in maniera profonda e noi dovremmo cambiare nella stessa maniera e anche meglio.
Invece, facciamo finta che tutto sia come prima, vivendo una vita che crediamo normale ma al contrario ha tutto dell’anormale.
Ditemi cosa ci sia di normale in una società che mette l’uomo in fondo alle sue priorità e che trova necessario incrementare profitti a scapito degli individui!
Un aereo civile con trecento passeggeri viene abbattuto da pochi sgherri che si fanno guerra, filorussi, separatisti, ucraini che siano, mentre volava per raggiungere una meta.
Per noi è normale che tutti siano morti.
 Qualcuno parla di tragica fatalità, altri di errore umano, nessuno dice che la guerra è sempre portatrice di morte.
 Le diplomazie parlano, parlano, parlano e intanto i barconi dei profughi continuano a fare rotta verso l’Italia con il suo carico umano di disperati, uomini, donne bambini.
 Mentre scrivo altri 180 esseri umani sono stati ritrovati a largo delle coste italiane, morti nelle stiva tra esalazioni di monossido di carbonio, ammassati come bestie.
 Ennesima storia di povera gente che perde la vita nello stretto di Messina, mentre odiosi scafisti, mafiosi senza scrupoli, arricchisce.
Inutile dire che ci preoccupiamo solo quando sono toccati i nostri interessi personali. Il resto rientra nell'alveo della normalità.
Nella striscia di Gaza muoiono donne e bimbi sotto le cosiddette “bombe intelligenti”, ma cosa c’è di intelligente in una guerra?
E mentre si muore, in un’altra parte del mondo il dramma di un Paese è che il Brasile sia stato eliminato alle semifinali del Torneo Mondiale di calcio!
Qualcuno regola la propria coscienza con il pilatesco: “Sono cinquanta e passa anni che Israele e Palestina si fanno guerra, cosa ci possiamo fare?”.

Non pretendo di smuovere le coscienze. Non ne ho la forza e neanche il carisma.
Sarebbe bello, però, far sentire le nostre voci, ridurre al silenzio chi dice che nel mondo è importante primeggiare, guadagnare soldi e potere.
Sentiamoci in diritto di indignarci!

Pensiamo con la nostra testa, ricorriamo ai servizi del cuore.
 Sentiamoci lontani dal potere e vicino davvero a chi soffre, il nostro vero prossimo!
Facciamo ognuno qualcosa di piccolo perché insieme si possa fare qualcosa di grande.
Parlarne è già un buon inizio!

Cominciamo a bandire nei nostri rapporti interpersonali odio, violenza, rancore, astio, risentimento. La violenza sia fisica che verbale brutalizza non solo una vittima ma anche chi la compie. I
nfine evitiamo di parteggiare per uno o per un altro: America o Russia, cristiani o musulmani.

Parteggiamo per la vita che Dio ci ha donato!

Nessun commento:

Posta un commento