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lunedì 28 luglio 2014

E' l'amore che ci porta a Dio!

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. (Prima lettera di san Giovanni apostolo 4,7) 

Avevo un assistente spirituale nel terz'Ordine francescano il quale non si stancava mai di ripetermi che ciò che conta non è il far molto, ma il mettere molto amore in ciò che si fa.
E mi diceva pure, quando gli rendevo conto della mia ansia di sapere, di capire, di conoscere, che è l’amore e non il sapere in questa vita a portarci a Dio.

Pensiamoci un po’amici cari:
L'amore di noi creature è volubile, limitato nel tempo.
L'amore che Dio ha per noi è, al contrario, infinito nell'intensità, un abisso incomprensibile, un mare senza spiaggia e senza fondo.
Mi viene in mente l'amore per il proprio bimbo da parte di una madre. Pensiamo sia illimitato! Non è che solo un raggio del sole dell’amore di Dio.

Sentite questa bella storia.
“Chi vuoi diventare tu da grande?” chiedeva Padre Turoldo ai ragazzi a cui insegnava. Gli rispondevano chi un infermiere, chi uno scrittore, chi un calciatore, chi un attore.
Nessuno dava la risposta che il santo uomo cercava:
 “Voglio diventare un uomo che ama”.
 Come potrebbe un adolescente rispondere così, immerso com'è in una società che ha smesso di contemplare il mistero dell’eterno, che ha abolito la spiritualità dalla vita, che spende l’esistenza in posizione orizzontale, travolto da ritmi che impediscono la riflessione saggia su chi siamo realmente.
Una società in cui vige la sopraffazione dell’altro, il risentimento, la paura dell’altro.

Dio è uno di noi, è nel nostro sangue, si mescola alle nostre sofferenze, ai nostri dubbi e noi non ci accorgiamo minimamente della sua presenza discreta.

Se percepissimo l’Assoluto in noi conquisteremmo l’amore di cui parla San Giovanni nel capitolo 4 della sua Prima e stupenda Lettera:
“Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi”.

Amando si raggiunge la felicità, parola ormai desueta e impossibile da decifrare.
Il vero problema, lo sussurriamo altrimenti ci facciamo molti nemici, è la superbia. La madre di tutti i mali, di ogni peccato che inquina le coscienze.
Eppure basterebbe aprirsi al Signore che entrerebbe nei nostri cuori come un’onda di piena che monta rapida e convulsa portando vita e soprattutto amore verso la creazione.

Qualcuno dopo aver letto queste righe potrà obiettare:
“Come si fa ad amare? Non ci riesco!”.

Viene in soccorso la Parola. La Bibbia non è solo un Libro religioso e basta. È molto di più anche per chi non crede. Monsignor Gianfranco Ravasi, biblista e presidente del Pontificio Consiglio per la cultura lo definisce “il grande codice di tutta la cultura dell’Occidente.
Anche per chi non vive un’esperienza di fede troverà una realtà che aiuti a ravvisare quanto di più autentico si possa dire del genere umano.
 Per me la Bibbia è parola di Dio, una lettera d’amore indirizzata a noi dal nostro amato e non un freddo libro di precetti come pensa un mio collega di lavoro, ateo convinto.
Non capisco un acca di filosofia e a scuola in questa materia ero impacciato ma so che quando ho problemi nell'amare gli altri, quando ho del risentimento verso gli altri, quando sento montare il disprezzo verso qualcuno, apro una pagina a caso e, leggendo, trovo una via di uscita, sempre!
 Quanto meno, una speranza.

La Bibbia è come un manuale indispensabile per vivere meglio e capire il mondo.

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