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mercoledì 5 novembre 2014

Ridi sempre se vuoi essere cristiano

Ridi sempre, ridi, fatti credere pazzo, ma mai triste. Ridi anche se ti sta crollando il mondo addosso. Continua a sorridere, ci sono persone che vivono per il tuo sorriso e altre che rosicheranno quando capiranno di non essere riuscite a spegnerlo! (Roberto Benigni)

Vi è mai capitato di guardare con attenzione un interlocutore intento a una grassa risata?
Si spalanca una finestra sul viso che mostra una squadra poco precisa di perle gialle disposte tra le labbra.
Magari manca all'appello più di un dente e la bocca ha un appeal ridotto ai minimi termini, però quella risata comunica comunque gioia!
E, poi, avviene una sorta di miracolo, un contagio emozionale che trasferisce la risata o il sorriso dentro di noi. Inizia allora un allentamento di eventuali tensioni, un gran sollievo, un benefico rilassamento, riaffiora quasi il nostro “io bambino”, soffocato dallo stress di ogni giorno.

Qualcuno opportunamente scrisse che:
 “una risata equivale a una emozione grandissima, potentissima che contiene tutti gli ingredienti per essere padroni di noi stessi, capaci di cambiare il mondo. È come un codice segreto a cui si accede facilmente per vincere stress e ansie”.

Proprio così!
Un bel “cheese” è formato da sei coppie di muscoli che si contraggono tra fronte e mente in una benefica ginnastica facciale.
Mi torna in mente Jessica Rabbit, ricordate la focosa donnina in cartone animato, innamorata del coniglio Roger solo perché riusciva a farla ridere sempre?
La gioia, inutile dirlo, è anche afrodisiaca e con la famosa “patch therapy” si guarisce davvero, basti
pensare alla clown terapia che ha inondato gli ospedali di mezzo mondo.

Ricordo perfettamente il mio caro nonno Salvatore che sosteneva di aver curato la sua innata stitichezza con le risate.
Si era comprato un libro di barzellette e, sul freddo water, leggeva qualche pagina mentre si sforzava nell'atto più naturale dell’uomo.
La famiglia, allora era di tipo patriarcale.
Nonno era una sorta di “capoccio”, icona sacra di capo famiglia.
C’erano poi i figli e le donne occupate con lavori da uncinetto perché un tempo appariva sconveniente stare con le mani in mano.
Di sera, davanti al focolare non mancava mai una storia allegra da raccontare per poterci fare su una bella risata, perché il buonumore, dicevano gli anziani, fa buono anche il sangue.

La forza di un sorriso, di una bella risata aiutano a gestire in maniera efficace ogni tipo di problema, rendendo, in generale, la vita più facile e divertente. Ridere quindi è una medicina naturale che ci fa stare meglio.

Sarà per questo che Gesù nei Vangeli ripete sempre di essere gioiosi?
"Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena" (Gv 16,24).

E S.Agostino diceva: "Non è certo che tutti vogliano essere felici; poiché chi non vuole avere gioia di Te, che sei la sola felicità, non vuole la felicità".

Anche Papa Francesco, in una recente omelia ha parlato della gioia di Gesù:
“Noi pensiamo sempre a Gesù quando predicava, quando guariva, quando camminava, andava per le strade, anche durante l’Ultima Cena… Ma non siamo tanto abituati a pensare a Gesù sorridente, gioioso. Gesù era pieno di gioia: pieno di gioia. In quella intimità con suo Padre: ‘Esultò di gioia nello Spirito Santo e lodò il Padre’. E’ proprio il mistero interno di Gesù, quel rapporto con il Padre nello Spirito. E’ la sua gioia interna, la sua gioia interiore che Lui dà a noi”.

Uno gnostico del II secolo pronunciò una frase che sembra un paradosso ma ha un fondo di verità: “La preghiera dell’uomo triste non ha mai la forza di salire fino a Dio. Poiché si prega solo nello sconforto, se ne dedurrà che nessuna preghiera è mai giunta a destinazione”.

Andando a letto stasera focalizziamoci sui bei momenti trascorsi durante la giornata. Non occorre ricercare grandi vissuti, basta evocare piccole gioie quotidiane e chiuderemo gli occhi sorridendo.

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