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giovedì 11 dicembre 2014

Il male dell'uomo di oggi

Premetto che fin da piccolo, ho provato un forte amore per la natura.
L’ho sempre vista come un mistero a cui accostarsi con rispetto.
Crescendo e passeggiando, a volte anche da solo, per boschi e valli, mi sono sentito affascinato.
Ho cominciato a pregare in mezzo alla natura, davanti a una roccia particolare, un tramonto o un’alba, un torrente o una vetta innevata.
A volte mi è accaduto di sentire vicino a me, quel Dio a cui anelo, molto più in ambiente che all'interno delle quattro mura di una chiesa.
Mi sono così convinto che amare ogni aspetto della natura aiuta ad amare il Signore.

 Premesso questo, vengo al dunque:
credo che il problema di questa nostra epoca sia la mancanza di contemplazione.

Qualcuno si chiederà cosa sia, in effetti, una contemplazione.
Penso si possa spiegare questa parola in semplicità, dicendo che contemplare è il trasportarsi verso una diversa dimensione, un gradino più in alto della vita di ogni giorno.
Badate che, per essere contemplativi, non occorre essere cristiani e non è una prerogativa unicamente di pochi mistici.

Mi spiego meglio: per l’uomo attuale la natura è e sarà, fino alla sua morte, una risorsa da sfruttare. Per chi riesce a contemplare la bellezza del creato e a carpirne il valore incommensurabile che ha, avrà sempre un approccio rispettoso e amante della natura.
Nel contempo, sono sicuro che sarà un individuo pronto a soffrire e a morire per valori irrinunciabili come onestà, giustizia e amicizia.

Se aprissimo le pagine della Bibbia, troveremmo messaggi di amore universale che diventa una vocazione umana da realizzare verso uomini e natura.
Guarda caso, troviamo identici messaggi anche nel Corano e in altri testi fondamentali di religioni varie.
Trovate il tempo per leggere il primo libro della Bibbia, Genesi.
L’uomo viene descritto come colui che ha cura di tutto e non il “dominatore dell’universo” come qualcuno crede di se stesso.
Leggete brani del profeta Isaia e troverete molti oracoli destinati alla perfetta armonia del creato, in cui lupo e agnello dimorano insieme e i bambini, accanto a leoncelli, mettono le mani nelle tane dei serpenti senza essere morsi.

Mettiamocelo bene in mente: non raggiungeremo mai l’amore per Dio se non ameremo la sua creazione.
E anche per chi non crede, attenzione, se non si ama la natura non si amerà abbastanza se stessi e non si troverà pace!
E non è neanche possibile dire: “amo gli animali ma non sopporto gli uomini ….
Luoghi comuni di persone che cercano di giustificare il loro essere chiusi in se stessi, in un crescendo di egoismo.
Se non si ama i propri simili come si può credere di amare il resto?

In definitiva, se guardiamo ogni creatura con occhio contemplativo capiamo che chi l’ha creata, cioè Dio, è infinitamente più bello!

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