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domenica 7 dicembre 2014

IMMACOLATA CONCEZIONE

Genesi 3,9-15.20; Efesini 1,3-6.11-12; Luca 1,26-38

Dal Libro della Genesi 
Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». 

Dal Vangelo di Luca 
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» 



Fu nel 1854, l’otto dicembre, che Pio IX proclamò Immacolata, cioè concepita senza peccato, la “donna vestita di sole”, la Vergine madre di Dio. Secoli prima la Chiesa d’Oriente già venerava ed esaltava la figura di Maria.

In Occidente fu necessario l’intervento dello Spirito Santo su questo papa per ufficializzare questa verità della Chiesa.
Quattro anni dopo, a conferma del dogma, si verificarono le prodigiose apparizioni della Vergine alla piccola Bernadette Soubirous, presso la grotta di Lourdes.

Nel cuore dell’Avvento, durante questo cammino di conversione e di attesa, ecco che la Chiesa ci propone il fulgido esempio di questa ragazzina libera da ogni macchia di peccato. La sua figura si staglia sull’attesa del Figlio di Dio a preannunciare la possibile vocazione di ognuno di noi alla santità, alla liberazione dal peccato.

La prima lettura tratta dal Libro della Genesi, ci ricorda quale sarebbe la nostra condizione se Maria avesse detto no alla richiesta dell’angelo Gabriele e dal suo grembo verginale e preservato non fosse nato il Bambino Salvatore del mondo.
La terra sarebbe diventata ostile, un giardino in cui l’uomo non sarebbe stato più il padrone ma l’inquilino di un luogo pericoloso. Si sarebbe nascosto agli occhi di Dio, tremando al suo “Dove sei?”.
Così come Adamo non è più “in Dio”, chiediamoci della nostra condizione. Siamo in Dio? O siamo nel peccato? Abbiamo tolto spazio nella nostra vita, anche in parte, alla bontà del Signore? Siamo nei vicoli ciechi dell’egoismo, dell’avidità, superbia, luoghi sbagliati dell’anima? Ecco che giunge a noi la grande luce di Dio.
Maria ci mostra il volto misericordioso del Signore.
Dal buio del cuore umano, descritto nella prima lettura , si passa alla luminosa seconda degli Efesini in cui, mirabilmente, si svolge quello che è stato definito “Il Magnificat” di Paolo.
L’Apostolo vive duri anni di prigionia, eppure scrive ai cristiani facendo prorompere dal petto un cantico di benedizione.
L’uomo che si nasconde nel giardino dell’Eden, spaventato e curvo per il peccato, si scopre ora creatura nuova, benedetta dal Signore, risultato dell’opera mirabile del Signore venuto in terra, attraverso il grembo dell’Immacolata. La Vergine Maria è lì, a indicarci la via della santità, della gioia, della realizzazione della nostra vita. Ecco l’invito per noi: camminiamo nell'amore a schiena dritta!

Ciò che l’angelo Gabriele dice a Maria nell'Annunciazione, Vangelo di Luca, lo dice anche a noi! Entrando da lei la chiama:
“Piena di grazia”. E continua: “Il Signore è con te”, espressione spesso usata nell’A.T. e che dovrebbe farci chiedere il contrario e cioè se noi siamo con il Signore! Maria è la creatura umana che Dio ha redento in modo perfetto. Il suo immacolato concepimento è una mirabile opera di grazia del Redentore e in lei ci offre il modello di vita da seguire. Lei rimane turbata ma non spaventata come accade a Adamo ed Eva.
Nella sua umiltà Maria si rende conto dell’enormità di ciò che Dio ha preparato per lei e, subito dopo, dal petto prorompe: ”Ecco, io vengo per fare la tua volontà”.

La Madonna è destinataria del dono gratuito dell’amore di Dio, ma lo siamo tutti noi! Il suo amore gigantesco e incontenibile ci ha ridonato vita, la libertà perduta col peccato e ora non dobbiamo più nasconderci come Adamo.
Questo grazie a Maria che con il suo “fiat” ha avvicinato il Cielo alla Terra, ridando vita al mondo che era ormai sterile. Il grembo avvizzito della vecchia Elisabetta è il simbolo di una umanità abbattuta dal peccato che riprende vigore nel suo Dio, attraverso la Madre per eccellenza. Maria si presenta a noi “tota pulchra”, tutta bella nella sua purezza , nella sua bellezza umile. Per amarla dobbiamo rendere concreto il desiderio di immergerci nella sua purezza, realizzando il miracolo della presenza di Maria in mezzo a noi.

Contempliamo la Vergine. Già nel seno materno, lei era pura e pervasa da luce divina. Lei è visione del Paradiso e ci sostiene nel cammino che ancora ci separa da questo estremo stato di grazia quando contempleremo faccia a faccia il nostro Signore e Dio. A questo deve tendere il nostro cuore affaticato dalle ombre della vita terrena. Bandiamo gli atteggiamenti da sconfitti. Noi siamo cristiani benedetti da Dio.

Il Magnificat di Maria è anche il nostro! Sentiamo si o no, l’ombra di Dio sulla nostra vita? Basta camminare su percorsi di morte. Scopriamo i tanti segni di vita, visibili che a volte non sappiamo scorgere. Grazie Maria del tuo si! Anche noi vogliamo dire si al nostro Signore!

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