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martedì 21 ottobre 2014

Rimaniamo connessi tra noi nell'amore

Tra i miei nuovi contatti di Facebook sono arrivate, poco più di un anno fa, due simpatiche amiche che vivono nell'altra parte del mondo, a San Paolo in Brasile.
 Dopo le inevitabili richieste di amicizia, sono arrivati i “mi piace” sulle foto, i saluti via mail, gli scambi di opinioni.
 La scorsa settimana, erano in quattro, sono venute a Teramo, ultima tappa di un bel viaggio in Italia che ha toccato Taormina in Sicilia e poi su fino a Roma.
 È stata la splendida occasione per conoscerci e trascorrere insieme qualche bella ora in giro per la provincia teramana, tra Civitella del Tronto e Campli.
Adesso il virtuale è superato.
L’amicizia vera è sancita!

Perché vi racconto questo?
Ho provato un senso di gioia quando un amico caro che ha tutta la mia stima, mi ha detto che uso internet e Facebook in particolare, in maniera incredibile e che tutti dovrebbero prendere esempio dai miei post. Si diceva contento di leggere la mia frase del giorno tratta dalle Scritture, lui che non apre quasi mai la Bibbia.
Si meravigliava di come la città fotografata dalla mia Nikon, risultasse spesso inedita e sorprendente. Si diceva anche sollevato dalle ansie nel guardare un tramonto o un’alba nel mio profilo del social network.
Ho avuto un senso di soddisfazione non per vanità o compiacimento personale, ma semplicemente perché forse, mi sono detto, qualche volta riesco a creare una cultura seppur minima, circolare e non piramidale.
Spesso in questa società malata ci s’incontra ma non ci si parla più.
Siamo magari presenti ma la connessione ci allontana, ci impedisce un rapporto diretto con interlocutori reali.
E allora si fatica a dialogare con le persone.
Si perde l’uso della parola e si acquista la massima manualità nelle dita per usare tastiere di pc o di cellulari.

Eppure, credetemi, io sono sempre stato convinto che la rete, usata bene, è circolarità, incontro con il prossimo e i fratelli.
A volte in rete è possibile incontrarsi anche con Dio!
Internet è un’estensione della vita quotidiana, una bella integrazione per arrivare dove non è possibile per ovvi motivi di tempo e di spazio.

Ho immaginato cosa potesse dire il mio modello, Francesco d’Assisi, se avesse avuto a disposizione un social network!
Come avrebbe portato il messaggio del Signore nelle case di tutti, lui che è riuscito a fare tutto ciò senza mezzi tecnologici, solo con l’esempio di vita!
L’avrebbe forse definita sorella Rete?

Certo nella società di oggi soffriamo di esagerazioni e per alcuni la Rete è l’unico mondo e, badate bene, non parlo solo di ragazzini!
Invece i social network debbono essere semplicemente cassa di risonanza per messaggi positivi, continuazione della realtà di tutti i giorni e non l’unica vita!
Internet non deve spegnere il contatto umano ma, al contrario, valorizzarlo e chi ne fruisce deve essere maturo da discernere il bene dal male anche via web.

E allora mi sono detto che Francesco, poverello di Assisi ha passato gran parte della sua vita a pensare a nuovi modi di stare insieme, uno accanto all'altro, a prendere contatti in maniera inedita, a chiedere e a offrire, a essere connessi. E, se usati bene gli strumenti tecnologici non servono proprio a questo?

Nella mia mail arrivano saluti di persone che sono lontani e non potrei raggiungere, richieste di preghiere da parte di amici che sperimentano la malattia, commenti sulla vita di tutti i giorni da parte di conoscenti come fossimo in piazza, seppur virtuale, proposte di amicizie di individui di cui, precedentemente, non immaginavo neanche l’esistenza e con cui trovo di avere molte affinità .
Importante è non dimenticare che dopo il primo passo nel web, nulla potrà sostituire il guardarsi successivamente negli occhi, niente potrà surrogare il bisogno di gesti reali e concreti, non potremo le mani tese per poter stringere quello del fratello davanti.

Necessario rimanere connessi tra di noi realmente nel segno dell’amore. Un saluto caro a queste quattro nuove amiche brasiliane. Da oggi siete anche voi nel mio cuore!

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